I wearable rappresentano la prossima tappa dell'evoluzione della tecnologia informatica, dopo il grosso successo degli smartphone. La rivoluzione è dietro l'angolo, ma ad oggi nessun dispositivo è riuscito ad entrare nell'immaginario collettivo facendo decollare la nicchia di mercato. Dal punto di vista commerciale la risposta è stata tiepida e, se non bastasse, sembra che gli utenti non rimangano coinvolti dall'esperienza d'uso dei vari prodotti rilasciati.
I Google Glass dovrebbero essere dietro l'angolo, e potrebbero essere l'apri-pista di un settore che non riesce ad imporsi efficacemente rispetto ad altre tecnologie più collaudate, ma al momento i molti dispositivi rilasciati non sono riusciti ad ottenere il successo sperato: con il rilascio del primo Galaxy Gear, circa un terzo degli utenti hanno restituito il prodotto ai negozi, pretendendo un rimborso nei primi mesi.
Endeavour Partners ha realizzato un nuovo studio, in cui viene segnalato che un terzo dei consumatori americani che dispongono di un dispositivo indossabile hanno smesso di utilizzarlo nei primi sei mesi dall'acquisto. Inoltre, un decimo degli utenti intervistati ha acquistato un activity tracker, fra cui la metà non utilizza più il dispositivo. Il nuovo studio conferma quanto riportato da CCS Insight lo scorso anno, in cui il 40% degli utenti sostenevano di aver abbandonato del tutto il proprio wearable.
Lo studio si sofferma sui numeri, senza riportare le motivazioni che hanno causato le scelte estreme da parte degli utenti. Possiamo ipotizzare facilmente, tuttavia, le cause: al momento manca un dispositivo che si eleva nella massa di smartwatch, activity tracker e indossabili in genere. Pebble è un buon dispositivo, ma non è riuscito a penetrare il mercato, Galaxy Gear è parecchio costoso e richiede uno smartphone Galaxy per l'uso. Gli activity tracker sono sì diffusi, ma solo su una nicchia di mercato ben specifica interessata al fitness.
La scossa potrebbe arrivare sul mercato con la prossima diffusione dei dispositivi con Android Wear, primo tentativo di standardizzare il tutto con un prodotto estremamente compatibile con una moltitudine di piattaforme diverse. Si aspettano ancora le risposte di Apple (con un presunto iWatch discusso ormai da anni dai rumor) e Microsoft. Non è possibile però fare affidamento ai due giganti dell'elettronica di consumo, dal momento che ad oggi non è stato praticamente rivelato nulla di ufficiale sull'argomento wearable.
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Utenti insoddisfatti dai wearable: un terzo dei dispositivi abbandonati dopo sei mesi
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