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Google Chrome: supporto garantito fino a fine anno su Windows XP

Written By Unknown on Jumat, 17 April 2015 | 19.04

Nonostante Microsoft abbia cessato il supporto ufficiale su Windows XP ad aprile 2014, l'intramontabile versione del sistema operativo di Redmond è ancora installata su circa il 17% dei PC in tutto il mondo. La fine del supporto si traduce con l'assenza di patch critiche di sicurezza, una situazione che sostanzialmente lascia il sistema operativo scoperto da eventuali attacchi esterni che sfruttano vulnerabilità presenti, e che pertanto non verranno più corrette.

Google Chrome

Gli attuali utenti di Windows XP possono appoggiarsi a Chrome per la navigazione online, almeno per il momento. Google ha continuato ad aggiornare il suo browser anche per la vecchia versione del sistema operativo di Microsoft, tuttavia la società ha specificato che questo accadrà solamente fino alla fine dell'anno in corso. Si tratta di una gentile concessione da parte di Big G, che precentemente aveva annunciato che il supporto sarebbe stato garantito fino al corrente mese di aprile.

"Milioni di utenti lavorano ancora su PC basati su Windows XP ogni giorno. Vogliamo che questa gente abbia l'opzione di utilizzare un browser aggiornato e il più sicuro possibile anche su un sistema operativo non più supportato", scrive Google sul suo blog ufficiale. "Abbiamo precedentemente annunciato che avremmo supportato Chrome su Windows XP 'almeno' fino ad aprile 2015. Siamo già ad aprile 2015, ma stiamo estendendo il nostro impegno". E conclude: "Continueremo a fornire aggiornamenti regolari e patch di sicurezza per Chrome su XP per tutto il 2015".

Windows XP è ancora utilizzato abbondantemente nelle aziende per via di vincoli legati alla compatibilità del software utilizzato. Passare a software più moderni spesso comporta spese non indifferenti, soprattutto per aziende non grandissime, ed è per questo che il suo utilizzo è ancora elevato in certi ambiti professionali. Non tutti gli utenti consumer, inoltre, sono capaci di aggiornare il software di base del proprio PC, o addirittura non ne percepiscono i vantaggi e la necessità.

Il consiglio è quello di passare ad un sistema operativo più recente e supportato, come Windows 8.1 o Windows 7, o attendere l'imminente Windows 10 che promette novità decisamente sostanziali nella piattaforma. Se siete comunque ancorati alla vecchia versione dello storico OS di Microsoft, sappiate che Chrome sarà supportato solo fino a fine anno. Non ci sono invece piani per la cessazione del supporto ufficiale di Firefox, rendendo la proposta di Mozilla fra i candidati migliori come browser per Windows XP a partire dal 2016.


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Apple Watch a quota 2,3 milioni di preordini, ma negli store non prima di giugno

Fra alti e bassi, Ming-Chi Kuo è uno degli analisti più affidabili per quanto riguarda Apple. Lavora per KGI Securities, società per la quale ha rilasciato le nuove stime sulla prevendita di Apple Watch, l'atteso smartwatch della Mela. Kuo sostiene che Apple abbia già venduto 2,3 milioni di unità, che la società terminerà di consegnare ai propri utenti entro la fine del mese di maggio.

In precedenza avevamo riportato che solo nel primo giorno di preorder, Apple era riuscita vendere circa 1 milione di unità del suo nuovo orologio, superando quanto Google era riuscita a fare in un anno con l'intera piattaforma Android Wear. Ricordiamo che nel caso di Apple si parla di stime effettuate da indagini condotte da terzi, mentre i numeri esatti verranno rilasciati solo in un secondo momento dalla stessa Apple.

Apple Watch

Secondo Kuo, il modello più ricercato è naturalmente il Watch Sport, ovvero la variante più economica. A questa versione corrisponde circa l'85% della richiesta da parte degli utenti della Mela, con il restante 15% che si rivolge al più elegante Apple Watch in acciaio. La versione Edition in oro da 18 carati occupa solamente una fetta inferiore all'1% fra i pre-order effettuati sino ad oggi, una stima che ricorda da vicino quella effettuata precedentemente sul solo day-one.

Kuo specifica che Apple sta affrontando delle difficoltà in fase di produzione, soprattutto per quanto riguarda il motore di vibrazione e il display OLED fornito da LG. L'obiettivo da parte della società è quello di produrre 2/3 milioni di unità al mese, pianificando un'accelerazione in prossimità delle vacanze. Nonostante il numero decisamente elevato per la categoria di prodotto, Kuo si mantiene prudente nel definire Apple Watch un successo.

Le prime fasi di vendita sono infatti dettate soprattutto dagli affezionati del marchio, e sarà necessario aspettare qualche mese per poter capire se il trend continuerà, o sarà destinato a decelerare visibilmente.

Le basse rese di produzione sembrerebbero inoltre confermate da Angela Ahrendts, SVP of Retail and Online Sales per Apple. La dirigente della Mela aveva precedentemente rilasciato una nota per i dipendenti perché questi invogliassero i clienti all'acquisto online, ed in una nuova nota scrive che non sarà possibile acquistare l'orologio a partire dal 24 aprile negli store fisici, come preventivato. Questo per via dell'"alto interesse a livello globale" per il prodotto, "combinato alle forniture iniziali" di Apple Watch.

Ahrendts prevede che la situazione possa continuare anche nel mese di maggio, facendo pensare che Apple Watch arriverà in volumi negli store non prima del mese di giugno. Negli Stati Uniti, la società ha rimosso la dicitura "Disponibile il 24 aprile 2015" dal sito ufficiale, sostituendola con una più generica "Apple Watch sta arrivando". Se in America non si ride, all'estero la situazione potrà essere ancora più drastica: in Italia è dato per "Disponibile nel 2015", ma non è ancora possibile fare alcuna previsione per la vendita di Apple Watch sul nostro mercato.


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Una ricerca su cinque è fatta su Bing: Microsoft supera quota 20% del mercato

ComScore ha rilasciato le analisi di mercato relative alle ricerche condotte negli Stati Uniti su ambienti desktop. Il mese di marzo è decisamente indicativo per Microsoft, che supera quota 20% con Bing per la prima volta dalla sua diffusione in massa. Il motore di ricerca di Redmond è cresciuto dello 0,3% su base mensile, ai danni di Google, Yahoo e di altri siti meno rilevanti, che perdono ciascuno lo 0,1% sul mese precedente.

Nonostante il traguardo raggiunto da Bing, Google può permettersi ancora di non sentirsi minacciata. Le variazioni del mercato nel periodo preso in esame sono decisamente contenute, e Google dispone ancora del 64% dell'intero mercato: in altre parole, sui sistemi desktop statunitensi quasi due ricerche su tre vengono condotte con Google Search. Tutte le posizioni dei big appaiono strettamente consolidate, in un mercato che ha bisogno di una notevole scossa per poter essere rivoluzionato.

Analisi ComScore, motori di ricerca marzo 2015

Bing occupa una salda seconda posizione con il 20,1% delle ricerche totali condotte in America (in crescita rispetto al 19,8% fatto registrare a febbraio), ed è seguito da Yahoo e Ask, i cui network arrivano rispettivamente al 12,7 e all'1,8%. È chiaro, dalla tabella riportata da ComScore, che il mercato sia spartito fra i tre nomi storici Google, Microsoft e Yahoo, che lasciano alle restanti concorrenti solo le briciole, e pochissimi punti percentuale.

Sebbene gli utenti avanzati scelgano il motore di ricerca in base alle proprie esigenze e abitudini, gran parte dell'utenza utilizza le funzionalità di ricerca integrate nel browser. Il software utilizzato gioca pertanto un ruolo indispensabile nella diffusione dei servizi del web, ed è proprio per questo che le società meno popolari stanno cercando di portare avanti rapporti di collaborazione con gli sviluppatori, in modo da integrare nativamente i propri servizi di ricerca sui vari browser disponibili su piazza.

Yahoo, ad esempio, ha iniziato a consigliare ai propri utenti di passare a Firefox (che integra la ricerca su Yahoo di default negli USA), mentre Google di riflesso ha rilasciato una guida per utenti inesperti per continuare ad utilizzare il proprio motore sul browser di Mozilla. È in sostanza una battaglia fra le parti in cui si gioca fino all'ultima ricerca, in cui nessuno vuole lasciare un minimo spiraglio di possibilità al concorrente diretto. In questa lotta, Microsoft punta molto su Cortana, la cui integrazione è prevista nativamente su Windows 10.

Cortana è l'assistente virtuale di Microsoft che funziona a braccetto con lo stesso Bing, e con Windows 10 che sarà proposto gratuitamente nel primo anno a tutti gli utenti Windows 7 e Windows 8, è probabile che le ricerche del motore di ricerca proprietario riescano a guadagnare ancora qualche punto percentuale nei confronti dei concorrenti.


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HWiNFO64

Written By Unknown on Kamis, 16 April 2015 | 19.04

scheda aggiornata 1 ora fa

HWiNFO64 è un tool diagnostico che supporta tutto l'hardware del proprio PC, permettendo di evidenziare in dettaglio quali ne siano i componenti utilizzati. Compatibile con le versioni a 64bit dei sistemi operativi Microsoft Windows.


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Call of Duty: Advanced Warfare Ascendance in arrivo su PS e PC entro la fine del mese

Ascendance, il secondo contenuto di espansione per Call of Duty Advanced Warfare, arriverà su PS3, PS4 e PC il prossimo 30 aprile. Include quattro nuove mappe e l'arma ibrida 2 in 1 (mitragliatrice leggera e fucile a pompa) ad energia direzionata OHM con la sua variante personalizzata OHM Werewolf. Ci sarà anche la modalità Rampino Exo, che offre un modo più rapido per raggiungere punti di vantaggio strategici.

Le nuove mappe sono: Perplex, Site 244, Climate e Chop Shop. Allo stesso tempo, la saga Exo Zombies continua con l'episodio Infection, nel quale quattro dipendenti della Atlas, impersonati da John Malkovich (In the Line of Fire, RED, Burn After Reading), Bill Paxton (Aliens, Titanic, Edge of Tomorrow), Rose McGowan (Planet Terror, Scream), e Jon Bernthal (Fury) combattono contro orde di zombie non morti.

La recensione di Call of Duty Advanced Warfare si trova qui.


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Bitcoin in Africa: una soluzione pratica al problema delle rimesse

Alcune piccole compagnie africane specializzate nell'offerta di servizi di cambio Bitcoin potrebbero dare una svolta al mercato delle rimesse (la spedizione di denaro da parte di emigrati africani a beneficio di connazionali residenti nel paese d'origine) estromettendo i tradizionali operatori che si occupano di trasferimenti monetari e offrendo alle aziende nuove modalità di pagamento in un continente dove la penetrazione delle carte di credito è bassa e dove esiste ancora un fortissimo uso del denaro contante.

Igot, Beam, BitPesa e BitX sono società che offrono servizi di cambio Bitcoin ed intravedono l'opportunità di costruire un nuovo business in Africa. Il problema che vorrebbero cercare di risolvere è enorme, così come le opportunità che si stagliano all'orizzonte. Le rimesse verso l'Africa e i trasferimenti monetari che avvengono al suo interno rappresentano un notevole giro d'affari: vi sono oltre 30 milioni di africani che vivono al di fuori del Paese d'origine ed inviano a familiari ed amici complessivamente 40 miliardi di dollari all'anno, per una media di circa 1200 dollari per migrante.

Il costo di queste transazioni è però piuttosto oneroso per chi invia e riceve denaro. Il volume d'affari generato dalle commissioni su questo tipo di operazioni ammonta a circa 1,4 miliardi di dollari all'anno. Società come Western Union e MoneyGram si spartiscono il 50% circa del mercato e richiedono una media del 12,3% di commissione per l'invio di somme modeste (attorno ai 200 dollari).

Timothy Stranex, CEO del servizio di cambo BitX, afferma che la valuta digitale può avere un impatto notevole sulle rimesse internazionali in termini di velocità, efficienza e costi. La maggior parte delle realtà che gestisce rimesse in Bitcoin chiede infatti commissioni del 3% sulle transazioni, ben al di sotto di quanto richiesto dalle società che operano in maniera tradizionale.

"I trasferimenti internazionali necessitano di vari giorni per essere processati usando i sistemi tradizionali. I pagamenti in Bitcoin vengono invece eseguiti in pochi minuti. Questo offre la possibilità di effettuare pagamenti internazionali più velocemente. Le tradizionali compagnie che gestiscono le rimesse possono sfruttare inoltre questa tecnologia per irrobustire le operazioni di backend e risparmiare sui costi mantenendo meno liquidità" ha dichiarato Stranex.

Il problema principale, osserva Stranex, è quello dell'"ultimo miglio", cioè la consegna del denaro al destinatario finale. Dal momento che spesso i destinatari delle rimesse non sono titolari di un conto bancario, il denaro viene corrisposto in contanti, che è costoso e inefficiente da gestire. L'impiego di valute virtuali come il Bitcoin permetterebbe al destinatario di aprire senza particolari problemi un wallet Bitcoin sul proprio smarthpone, anche in assenza di un conto bancario. Il problema dell'ultimo miglio potrebbe quindi essere risolto e gestito elettronicamente.

Rick Day, fondatore del servizio di cambio Igot, che ha registrato 200 mila transazioni in pochi mesi dal lancio, osserva come l'impiego dei bitcoin possa effettivamente offrire una soluzione interessante alle commissioni richieste dai servizi tradizionali: "L'operazione è peer-to-peer ed è quasi istantanea. Il ricevente può cambiare i Bitcoin in valuta locale usando un servizio di cambio. Questo significa che il costo di inviare rimesse è minimo ed il contante è disponibile per il ricevente praticamente nello stesso giorno, nella maggior parte dei casi".

Ma nel continente africano, come già abbiamo accennato in apertura, vi è un'ulteriore situazione da affrontare: meno del 3% degli africani è titolare di una carta di credito, i bonifici bancari sono costosi come le rimesse e PayPal non è ancora diffuso. Le valute virtuali possono quindi rappresentare una soluzione anche a questo problema, soprattutto a fronte di una certa predisposizione del popolo africano verso forme alternative di trasferimento di denaro e di servizi di pagamento mobile come M-Pesa.

Stranex osserva: "Se le persone adottano i pagamenti elettronici hanno l'opportunità di compiere un balzo in avanti rispetto ai metodi di pagamento tradizionali e di andare direttamente verso tecnologie più economiche e semplici come i Bitcoin, che si adattano bene al mondo mobile. Il successo dei pagamenti mobile in Kenya ha dimostrato che questo genere di soluzioni sono in grado di funzionare molto bene in Africa. I bitcoin sono inoltre utili in quei paesi instabili dove banche e valute locali sono inaffidabili".

Nikunj Handa, CEO di Beam, società ghanese che si occupa di gestire rimesse in bitcoin, sostiene che la rivoluzione del mercato delle rimesse da parte dei bitcoin dipendera solamente dall'adozione, specie da parte dei commercianti, e dalla possibilità in futuro di essere usata direttamente senza necessità di cambio: "Se ciò dovesse accadere Bitcoin sarà un modo eccellente perché le persone possano inviare soldi tra loro direttamente, senza intermediari, in modo veloce ed economico. In questo senso il Bitcoin rivoluzionerà veramente le rimesse. I bitcoin non sono accettati come Visa o MasterCard, ma sono sempre più un modo interessante per i commercianti africani di accettare pagamenti da una base clienti globale".

Le preoccupazioni attorno alla sicurezza potrebbero rappresentare un ostacolo in questa visione, ma è opportuno osservare che il protocollo Bitcon è molto solido e sicuro. Del resto la maggior parte dei problemi di sicurezza che hanno afflitto servizi di cambio più o meno noti (il caso più famoso è stato il collasso di Mt.Gox) si sono verificati per condotte superficiali se non addirittura dolose da parte dei gestori del servizio. Diventa opportuno quindi scegliere con attenzione e rivolgersi a compagnie che abbiano una buona reputazione, specie nel trattare la sicurezza con la necessaria attenzione e adottare lo stesso approccio che normalmente si userebbe nello scegliere un tradizionale servizio bancario o di pagamento.


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Manfrotto Digital Director, l'iPAD diventa un monitor

Written By Unknown on Rabu, 15 April 2015 | 19.04

Manfrotto ha presentato recentemente a NAB (National Assciation Broadcast) il suo Digital Director, una soluzione per trasformare il proprio tablet Apple in un monitor esterno per la ripresa video, da utilizzare con reflex digitali Canon e Nikon.


Il prodotto è composto da un supporto hardware completo di CPU, che si occupa di alloggiare il tablet e di assicurare la corretta comunicazione tra pad e fotocamera (connessa via USB), e dalla relativa App per iPAD, che si occupa di controllare la reflex.

Attraverso l'App sarà possibile, oltre che vedere la scena in Live View (completa di istogramma e livelli audio), controllare e modificare in tempo reale parametri di ripresa quali esposizione, sensibilità ISO, tempi, diaframmi, messa a fuoco manuale o automatica, bilanciamento del bianco, avanzamento e stato della batteria.


Il Digital Director consentirà inoltre di scaricare sull'iPAD immagini in alta risoluzione per un controllo e un editing elementare (rotazione/ritagli, correzione esposizione, luminosità e contrasto) e, se lo si desidera, di condividerle via FTP, email o social network. Sarà disponibile da giugno a poco meno di 500 dollari.


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Apple acquisisce LinX Imaging: il prossimo iPhone con fotocamera composita?

Con un esborso attorno ai 20 milioni di dollari Apple ha acquisito la compagnia israeliana LinX Imaging specializzata nella realizzazione di moduli fotocamera avanzati per dispositivi mobile. In particolare LinX si dedica allo sviluppo di moduli compositi, che potrebbero trovare spazio all'interno dei prossimi dispositivi iOS.

Lo scorso anno LinX ha annunciato il lancio di una serie di moduli di piccole dimensioni, caratterizzati di fatto da un reticolo di più microcamere similmente a quanto proposto da Pelican Imaging della quale abbiamo avuto modo di parlare lo scorso anno in questa notizia. La tecnologia di LinX permette pertanto di registrare una stessa immagine da prospettive leggermente differenti offrendo perciò varie possibilità creative in fase di post produzione (ricostruzione tridimensionale dell'immagine o messa a fuoco "postuma" come nel caso di Lytro) nonché nuovi ambiti di impiego.

Utilizzando infatti più di due fotocamere - LinX offre moduli da due, tre e quattro lenti - è possibile ricostrure la mappa delle profondità di ciò che è stato registrato ed effettuare misurazioni degli oggetti presenti nell'immagine. Nel complesso è inoltre possibile ottenere immagini di miglior qualità, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione.

Apple ha confermato al Wall Street Journal l'operazione di acquisizione, con l'ormai ben nota e laconica dichiarazione: "Apple acquisisce piccole compagnie tecnologiche di quando in quando, e di norma non riveliamo quali siano le nostre intenzioni in merito o i piani futuri".

Considerando comunque che le prime indiscrezioni riguardanti la prossima generazione di smartphone iPhone indicano la forte possibilità della presenza di un modulo fotocamere a doppia lente, sono elevate le probabilità per cui le tecnologie LinX possano essere utilizzate fin da subito e debuttare all'interno degli iPhone che verranno presentati nel corso del prossimo autunno.


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Sandboxie

scheda aggiornata 1 ora fa

Sandboxie è un'utility che permette di eseguire applicazioni sul proprio PC all'interno di un'area sicura: eventuali file scaricati e modificati durante l'esecuzione di questa utility non andranno a influire sul sistema. L'utente avrà poi la facoltà di decidere se utilizzare eventuali file scaricati e modificati e solo in quel caso i dati verranno trasferiti in un'area comunemente raggiungibile del disco.


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Nuove Olympus Stylus 1S e Tough TG-4: premium e rugged

Written By Unknown on Selasa, 14 April 2015 | 19.04

Olympus ha messo sul piatto due nuove compatte dall'anima profondamente diversa: Olympus Stylus 1S e Stylus Tough 4. La prima è una compatta premium con sensore CMOS retroilluminato da 1/1,7" (7,3 x 5,5mm) accreditato di 12 megapixel di risoluzione e ottica F2.8 costante con zoom stabilizzato 10,7x e focali equivalente 28-300mm. Offre ergonomia da mirrorless, ma contiene lo spessore in circa 56mm, pur adottando un mirino elettronico da 1,44 milioni di pixel e un display orientabile touchscreen da 3", anche esso da 1,44 milioni di punti. Erede del modello precedente offre una ghiera a portata di pollice e una concentrica al barilotto dell'obiettivo, a cui assegnare la funzione preferita.

Dotata di supporto RAW, gamma ISO 100-12800 e di raffica a 7fps naturalmente porta in dote anche gli Art Filter, marchio di fabbrica di casa Olympus. Oltre al flash pop-up offre anche la slitta per i lampeggiatori esterni. Dal punto di vista video offre supporto 1080p a 30fps. Non manca poi la connettività Wi-Fi, per la condivisione immediata degli scatti, anche tramite smartphone con controllo remoto. Prezzo indicativo €599,00.

È invece una compatta rugged la nuova Olympus Stylus Tough TG-4: in questo caso il sensore è da 1/2,3" e offre 16 megapixel di risoluzione, mentre lo zoom (non sporgente) è caratterizzato da escursione 4x, con focali equivalenti 25-100. Caratteristica interessante dell'ottica l'apertura F2 alla focale minima, che però cade presto a f/4.9 estendendo lo zoom. Si tratta di una macchina votata alla resistenza, capace di scendere sott'acqua fino a 15 metri, lavorare a temperaturre di -10°C, di cadere da altezze di 2,1 metri e di sopportare 100KG di peso senza battere ciglio.

Anche in questo caso il supporto video arriva al formato Full HD 1080p, mentre dal punto di vista fotografico offre modalità dedicate alle riprese sott'acqua, di cui una dotata del supporto HDR. Anche su questa macchina troviamo la connettività Wi-Fi con controllo remoto tramite app su smartphone, mentre una delle sue particolarità è l'integrazione del GPS e della bussola elettronica, con informazioni anche su pressione e altitudine. Non mancano poi gli Art Filter, ma nemmeno il supporto RAW, molto utile, ad esempio, per recuperare al meglio gli scatti subacquei se al momento della ripresa non si sono impostati al meglio i parametri dell'immagine. Prezzo indicativo €399,00.


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