Le aziende produttrici di apparecchi portatili ci pensano da sempre: rendere i propri prodotti sempre più resistenti, senza dimenticare le caratteristiche di portabilità, leggerezza e confort che fanno dei prodotti stessi dei fenomeni di successo. Il problema presenta sfide veramente ardue da superare, poiché il design e la continua miniaturizzazione imposta dal progresso rendono obsolete le scelte che andavano bene fino a pochi anni prima.
Fino ad oggi è valsa una regola molto pratica, ovvero dotare l'apparecchio di una struttura perimetrale resistente agli urti, o almeno il più possibile. I recenti smartphone e tablet multitouch, però, ci hanno messo di fronte a tutti i limiti dei seppur notevoli sforzi fatti in tal senso. Le ultime novità in fatto di anticaduta arrivano all'ufficio brevetti USA e sono targate Amazon, come riportato da VR-Zone.
A presentarli sono due persone non proprio qualunque, ovvero Gregory Hart (uno dei vice presidente Amazon) e Jeff Bezos, ovvero nientemeno che il CEO. Le tecnologie di basano prima di tutto su un riconoscimento, a stima, del materiale su cui il dispositivo portatile cadrà. Gli apparecchi, dunque, potranno letteralmente "vedere" per mezzo di micro-videocamere la fine che stanno per fare, potendo così prendere contromisure adeguate.
Nel brevetto sono previsti accelerometri e algoritmi di riconoscimento di superfici, nonché sistemi del tutto simili agli airbag per auto. Facciamo però un esempio per capire di cosa si tratta. In caso di caduta di un dispositivo equipaggiato con le nuove scoperte Amazon, i primissimi istanti sono dedicati al riconoscimento della superficie su cui il dispositivo stesso cadrà. Qualora fosse riconosciuta una superficie soffice come un letto o un cuscino, fine del problema. Il dispositivo non prenderà alcuna contromisura.
In caso di superfici dure, le cose cambiano. In questo caso solo allo studio due possibili opzioni (se la velocità di caduta è superiore a un certo valore): la prima prevede di integrare qualcosa di molto simile a un piccolo airbag, mentre la seconda è più futuristica, ovvero piccoli getti d'aria, ma potenti, in grado di frenare la velocità di caduta.
Le micro-videocamere sono solo uno degli strumenti ipotizzati per il riconoscimento di superficie, ma il brevetto parla anche di raggi X e infrarossi, i cui dati saranno poi elaborati per stabilire il coefficiente di durezza, ipotetico rimbalzo e assorbimento dell'urto per tutti i materiali più diffusi. Sia chiaro: per ora esiste tutto solo su carta e non esiste un prototipo reale, o almeno non è stato mostrato. Resta il fatto che la ricerca continua e non è esclusa un'integrazione di almeno parte di queste scoperte nei dispositivi che vedremo fra qualche anno.
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Amazon, un brevetto per l'airbag da cellulare e PC
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